Spesso e volentieri, sento tecnici altamente preparati, tecnici del “risparmio energetico” che dopo un sopralluogo effettuato sul edificio preso in esame, prendono con l’acquirente le decisioni necessarie per abbattere i consumi energetici, al fine di conseguirne i risparmi energetici ed economici.
Ma conviene più intervenire sul’involucro oppure sull’impianto? e con quali priorità un intervento rispetto all’altro?
Possiamo prendere in esame due soluzioni:
La prima partendo da un involucro in classe E a scendere e l’altra prendendo come punto di riferimento un edificio in classe C.
Se si possiede un edificio in classe E, F, G… l’investimento che si deve effettuare è notevole; in questi casi oltre all’inefficienza dell’impianto si aggiungono delle carenze vere e proprie dal punto di vista strutturale.
In questi casi, ne caso si volesse prendere in esame maggiore risparmio energetico, la priorità va effettuata sull’involucro.
Sostituire i serramenti, con modelli più efficiernti oppure isolare maggiormente la casa, con un cappotto, sono la cosa migliore da fare per raggiungere più facilmente una classe energetica superiore.
Si tratta di investimenti importanti, che però possono ancora essere supportati da incentivi fiscali nazionali.
Se si parte invece da un edificio con un buon isolamento termico, con una classe C per esempio, la convenienza è maggiore nel intervenire sull’impianto o su parti di esso.
Installare una caldaia a condensazione, con aggiunta di pannelli solari termici, installare pannelli fotovoltaici, o installare pompe di calore, o modificare anche l’impianto esistente, consente di salire nella scala della classificazione energetica, in modalità meno dispendiose che affrontare spese sull’involucro.
Facendo così l’immobile acquisisce più valore sul mercato,si ha comfort elevato, senza rinunce tutto l’anno con costi ridottissimi.
Senza calcolare poi l’impatto positivo sull’ambiente per le emissioni di co2