Nuove energie news

di | Giugno 17, 2010

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha presentato il Piano di Azione Nazionale da cui emerge che entro il 2020 l’Italia doverebbe arrivare a coprire con le fonti energetiche rinnovabili il 17% dei consumi energetici nazionali, in linea con le indicazioni europee. In particolare la quota del 6,38% del consumo energetico del settore trasporti, del 28,97% per l’elettricità e del 15,83% per il riscaldamento e il raffreddamento, tenendo conto degli effetti di altre misure relative all’efficienza energetica sul consumo finale di energia, atteso per il 2020 pari a 131,2 Mtep. 

Sono queste le indicazioni salienti che emergono dal Piano di Azione Nazionale, elaborato dal Ministero dello Sviluppo Economico e previsto dalla direttiva 2009/28/CE per il raggiungimento, appunto entro il 2020, dell’obiettivo vincolante di coprire con energia da fonti rinnovabili il 17% dei consumi lordi nazionali. 
Il documento programmatico – redatto secondo il format della Commissione Europea insieme ai Ministeri dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare e delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali – è da oggi pubblicato sul sito del Ministero ed è posto in consultazione fino al 29 giugno, per essere successivamente trasmesso alla Commissione Europea. 
Il Piano, oltre a illustratare la strategia nello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, disegna le principali linee d’azione, in un approccio organico per il perseguimento degli obiettivi strategici, articolandole su due piani: la governante istituzionale e le politiche settoriali, per cui le linee di azione sono delineate sulla base del peso di ciascuna area di intervento (trasporti, elettricità, riscaldamento/raffreddamento) sul consumo energetico lordo complessivo. 
Il Piano di azione nazionale contiene e descrive l’insieme delle misure (economiche, non economiche, di supporto, di cooperazione internazionale) necessarie per raggiungere gli obiettivi, prevedendo di intervenire sul quadro esistente dei meccanismi di incentivazione quali, per esempio, i certificati verdi, il conto energia, i certificati bianchi, l’agevolazione fiscale per gli edifici, l’obbligo della quota di biocarburanti, per incrementare la quota di energia prodotta rendendo più efficienti gli strumenti di sostegno, in modo da evitare una crescita parallela della produzione e degli oneri di incentivazione, che ricadono sui consumatori finali, famiglie ed imprese. 
È inoltre prevista dal Piano l’adozione di ulteriori misure trasversali, ovvero quelle volte alla realizzazione delle condizioni necessarie alla rimozione o attenuazione di talune barriere correlate, in particolare, ai procedimenti autorizzativi, allo sviluppo delle reti di trasmissione e distribuzione per un utilizzo intensivo/intelligente del potenziale rinnovabile, alle specifiche tecniche di apparecchiature e impianti, alla certificazione degli installatori. Si tratta di barriere di grande rilevanza, e che fanno sì che l’indice di efficacia delle politiche nazionali risulti ancora troppo basso nonostante l’elevato livello degli incentivi. 
Il Piano considera, quindi, sia l’introduzione di criteri di sostenibilità da applicare alla produzione di biocarburanti e bioliquidi, sulla base di sistemi di tracciabilità, sull’intera filiera produttiva, sia misure di cooperazione internazionale. Il monitoraggio complessivo statistico, tecnico, economico, ambientale e delle ricadute industriali connesse allo sviluppo del Piano di azione verrà effettuato dal Ministero dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministero dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare e con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali con il supporto operativo del GSE-Gestore dei Servizi Energetici, che implementerà e gestirà un apposito Sistema Italiano di Monitoraggio delle Energie Rinnovabili.


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